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Mentre nel 1481 venivanoiniziati i lavori di rifacimento dell'antica pieve colleggiata, nel 1471 Ludovico I marchese di Salu

 

SAN BERNARDINO DI SALUZZO, Un'oasi dello spirito

 

  Il 27 febbraio del 1487, durante il carnevale di quell'anno aveva termine, con la battaglia finale, il lungo e violento assedio posto a Saluzzo da Carlo I di Savoia, che aveva scelto, come postazione privilegiata per guidare le operazioni d'assedio della città, il convento di S Bernardino fuori delle mura.

Il Trittico di Pascale Oddone nell'altare della cappella del Rosario in San Giovanni, rappresenta questo fatto in una predella di alto valore storico-artistico in cui è descritta con fedeltà, la città vista da sud-est, con le sue porte e i suoi monumenti mentre tra i due eserciti schierati appaiono in cielo, due figure benedicenti: Maria col Bimbo e il beato Stefano Bandelli, domenicano; un prodigioso intervento cui la città riconobbe la liberazione e il termine dell'assedio.

Questo fatto, di cui si fa memoria il 27 di questo mese, c'introduce ad Un'altra stupenda realtà della Diocesi: la Chiesa e il convento di S.Bernardino, il complesso elevato fuori delle mura di Saluzzo, su un pianoro da cui si gode un bel panorama della città. Il monumento ha una storia che si snoda nel corso dei secoli e prende inizio con la fondazione, voluta nel 1471 da Ludovico I, come sede dei francescani che egli aveva introdotto nel 1465 a Saluzzo.

L'originaria costruzione, che aveva dimensioni minori, era in stile gotico lombardo; di quell'edificio l'unica parte conservata è il presbiterio e, all'esterno, la parete nord e l'abside. La facciata, della chiesa con portale e rosone centrale, fu rifatta nel 1765 a spese del Conte Tommaso Saluzzo di Castellar e Paesana che volle apporre sui capitelli delle colonne gli stemmi della casata. Oggi la facciata è molto degradata, ma conserva ancora tracce della decorazione con San Francesco che riceve le stigmate, la SS Vergine con San Bonaventura, San Bernardino e San Giovanni da Capistrano ai lati del Beato Giovanni Duns Scoto che mostra il compendio delle ragioni con cui egli sostenne fortemente la proclamazione del dogma dell'Immacolata: potuit-decuit-fecit(Dio poteva, conveniva, fece)

Il convento sin dall'inizio della fondazione, assunse nella società saluzzese una presenza sempre più rilevante; incendiato nel 1529 fu riedificato da Margherita di Foix grande protettrice dei francescani. l'antico complesso è visibile nell'incisione del Teatrum Sabaudiae del 1662. Tra il 1753 e il 1755 la chiesa venne ristrutturata e innalzata su disegno del Padre Pio Poncino da Lugano, il soffitto ligneo danneggiato fu sostituito da una volta poi dipinta, con un effetto estremamente decorativo e suggestivo. Infatti, chi entra nella chiesa è immediatamente attratto verso l'alto e lo sguardo è catturato dalle pitture che, sulla volta e sulle pareti in Un'ardita illusione prospettica, si dispiegano scenograficamente verso il cielo. Autori dell'opera sono i pittori Gian Domenico Rosso da Busca poi Pietro Antonio Pozzo e Giuseppe Piazzano. Essi dipinsero la volta, tra il 1727 e il1788, con finte architetture di colonne, archi, balconate, finestre, logge, elementi naturalistici, creando uno “spazio al massimo immaginifico e carico di sorprese…volte sostenute con un virtuosismo eccezionale” (Andreina Griseri 1974, p.139).

I due grandi affreschi della volta: la gloria di S.Bernardino e la Gloria di S.Margherita da Cortona, sono opera del pittore Pietro Paolo Operti di Bra (1704-1793) Sull'arco trionfale nel 1845 venne affrescata la Missione dell'Ordine francescano dai fratelli Gauteri gli stessi che quattro anni dopo affrescheranno la volta della Cattedrale. Il coro è stato dipinto di Felice Rejnaudi di Verzuolo con la gloria di S.Bernardino da Siena e S.Giovanni da Capestrano, scena realizzata in un progressivo dissolversi delle figure verso il Divino

Nel 1630 erano state realizzati il grande chiostro e le cappelle della chiesa. Molto significative, le cappelle raccontano avvenimenti e ricordano figure notevoli del mondo saluzzese con la presenza di lapidi e busti celebri. Accenniamo alla cappella dell'Epifania con l'Adorazione dei Magi , la cappella della Santa Croce con tombe Isasca-Alfieri e dove si trovava la tela con S.Francesco in adorazione del Crocifisso di G.Antonio Molineri ora nel convento. La tela è stata sostituita con quella di Rodolfo Morgari raffigurante San Pier Battista con i ventidue francescani martirizzati in Giappone nel 1592. La Cappella del Carmine la più antica, ampia e luminosa, rappresenta ancora il momento di maggiore aggregazione della comunità e di coinvolgimento popolare della devozione saluzzese.

Tutte le opere pittoriche realizzate nella chiesa esprimono momenti gloriosi e festosi che sottolineano e lasciano trasparire la gioiosa fede francescana che, neppure le ingiuste leggi di soppressione, prima francesi del 1797 e poi italiane nel 1866, riuscirono a spegnere e a distruggere. I frati trovarono l'aiuto di personalità credenti, e al termine della bufera ideologica, i figli di San Francesco poterono tornare in città e in quel convento, salvato dalle distruzioni.

Un'ulteriore valore umano e artistico del convento è il refettorio; accogliente e luminoso unisce l'austerità dell'ambiente alla bellezza e ricchezza artistica. Nelle grandi lunette gli affreschi dedicati alla mensa come comunione con Cristo, sono affrescate cinque scene evangeliche e il miracolo dell'Ostia. Le scene rimandano stilisticamente a moduli e a maestri rinascimentali e barocchi. NellUltima Cena la composizione di grande suggestione è pacata e raccolta e sottolinea nel momento drammatico dell'annuncio del tradimento, l'unione spirituale e l'amore dei presenti, tra i quali appare San Francesco e una figura femminile che secondo la tradizione sarebbe Margherita di Foix in adorazione.

Anche il chiostro vivificato dal pozzo ottagonale con padiglione a colonne, è animato da lunette dipinte realizzate dopo il 1630. Si tratta di una galleria di santi e sante appartenute all'ordine francescano, documenti di fede popolare assimilabile al fenomeno dell'ex voto che diventa testimonianza viva di spiritualità e di speranza.

BIBLIOGRAFIA

C.F. SAVIO, La Chiesa di S.Bernardino di Saluzzo nel VII Centenario Francescano, Saluzzo 1026L.PROVERO Chiese e società nel saluzzese medioevale in Arte del territorio della Diocesi di Saluzzo.2008

A.GRISERI, Itinerario di una provincia ,1974 L.C.ANTONIOLETTI Saluzzo Guida-ritratto della città 1998 C.BESSONE Un'oasi dello spirito. La chiesa e il Convento di San Bernardino, Marene 2000 M. BRESSY-A. RUATA Il Convento di S.Bernardino di Saluzzo Saluzzo 1972M. PEROTTI, Repertorio dei monumenti artistici della Provincia di Cuneo. Territorio dell'Antica Marca Saluzzese, Cuneo1980. Arte nell'antico Marchesato di Saluzzo, Torino 1973

I.M. SACCO, La Provincia di Cuneo dal 1800 ad oggi, qual'era sotto il dominio francese. Cuneo 1956

 

 

 



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